
Il valore di Astra attraverso il coinvolgimento della cittadinanza
Come abbiamo raccontato nel precedente approfondimento, in Astra assume un’importanza rilevante la valutazione dell’impatto del progetto sia sulla ricerca scientifica che sulla comunità.
Accanto alla “tradizionale” analisi costi-benefici c’è un’attenzione a un’altra parte, ancora più sperimentale, che punta a rispondere a una domanda tanto semplice quanto a oggi inesplorata: quanto vale per i cittadini italiani un progetto di ricerca scientifica basato su scienza e tecnologia spaziale come questo?
I ricercatori e le ricercatrici di Astra stanno preparando un’indagine su scala nazionale che coinvolgerà un campione rappresentativo della popolazione italiana, selezionato secondo criteri statistici (età, genere, area geografica, livello di istruzione e reddito).
A ogni partecipante verrà chiesto, attraverso metodi sperimentali riconosciuti (come la Willingness To financially Participate) e creati ad hoc, qual è l’importanza di Astra per la comunità e per ognuno come cittadino e cittadina. Lo scopo è comprendere se e in che misura la ricerca scientifica e le innovazioni tecnologiche prodotte nell'ambito del progetto abbiano un valore.
“L’obiettivo è raccogliere dati primari utili a stimare il cosiddetto valore di esistenza della ricerca: non l’utilità diretta, ma il valore percepito del sapere in sé, indipendentemente dal ritorno personale”, evidenzia Adriana Pinate, responsabile di Ensuring the ethical use of new technologies, un task del terzo work package di progetto.
Si tratta di una dimensione complessa, che la letteratura economica definisce con l’espressione non-use value e che raramente viene misurata in modo empirico con incentivi economici come quelli che il team intende implementare, cercando di capire la “disponibilità del pubblico a pagare per la ricerca di base”.
“In genere si chiede quanto costa fare ricerca, ma quasi mai quanto vale per chi non la fa direttamente - aggiunge Pinate - eppure, sapere che esistono progetti come Astra, che sviluppano tecnologie e producono conoscenza con un impatto non soltanto locale, può avere un valore anche per chi non lavora in mondo accademico né con esso ha legami diretti”.
Il metodo usato è quello della valutazione contingente, una tecnica ben nota in economia comportamentale, dove si applica per misurare il valore percepito di beni comuni come potrebbe essere un parco naturale, un fiume da preservare. In questo caso, però, il bene collettivo sono le conoscenze ottenute dalla scienza.
Sarà interessante osservare, insomma, come cambia la percezione del valore della scienza e la tecnologia in ambito di ricerca finanziata con fondi pubblici a seconda delle caratteristiche delle persone coinvolte. In base al campione demografico, infatti, questo percorso mostrerà anche una via per comprendere quali segmenti della popolazione, anche territorialmente parlando, si sentono più vicini alla scienza.
Il numero di dati raccolti tramite l’esperimento sarà bilanciato sul territorio nazionale e rappresentativo della popolazione. L’esperimento mira ad avere un potenziale più ampio e potrà anche contribuire alla riflessione pubblica sul ruolo della scienza nella società attraverso la pubblicazione dei risultati in riviste di prestigio internazionale.
I risultati dell’esperimento saranno resi pubblici sul sito di Astra, in conformità ai requisiti legali e alle leggi sulla privacy, in modo da garantire credibilità e valore della ricerca sia tra gli stessi partecipanti all’esperimento che nella comunità.
Con la valutazione dell’impatto di Astra il team del progetto può infatti provare anche a trasformare un esercizio tecnico in uno strumento di trasparenza e riflessione: “La ricerca non produce solo risultati, ma può anche produrre senso, prospettiva e policies future. E trovare il modo di raccontarne il valore è, già di per sé, un atto di innovazione”, conclude Adriana Pinate.