Astra, tre anni di traguardi per garantire la continuità
A fine anno sarà formalmente concluso il progetto Astra, che negli ultimi tre anni ha visto il lavoro corale di un’alleanza tra enti pubblici e privati nella ricerca in ambito spaziale, per lo sviluppo di nuove tecnologie sia hardware che software. Il progetto, che rappresenta uno dei dieci spoke dell’ecosistema Vitality, si è concluso con risultati più che soddisfacenti, confermando innanzitutto l’alta qualità delle professionalità che hanno contribuito e quindi della ricerca italiana nel settore aerospaziale.
Abbiamo voluto tracciare un bilancio di questo percorso con Roberto Aloisio, professore ordinario del Gran Sasso Science Institute (GSSI) e coordinatore del progetto, per capire meglio i risultati raggiunti e le potenzialità future: “Sul fronte dell'hardware e dell'infrastruttura di ricerca (il work package 1, ndr), i risultati sono tangibili. Il team ha infatti completato con successo i test del modello ingegneristico (EQM) del payload scientifico Crystal Eye, superando tutte le prove”.
“In queste settimane stiamo ultimando il cosiddetto modello di volo (PFM), la versione del payload destinata all’integrazione con il satellite per il successivo lancio”, afferma il fisico italiano. Inoltre, tra le attività svolte in questo ambito è stata perfezionata e qualificata per uso spaziale una nuova tecnologia utile alla rivelazione della luce, sviluppata dalla Fondazione Bruno Kessler, uno dei soggetti privati partner del progetto.
Parallelamente i frutti della ricerca si sono concretizzati anche per il secondo work package (“Digital platforms for Space industry”), che ha portato alla realizzazione di un nuovo modello di Digital Twin (“gemelli digitali”) di satelliti e della loro gestione in orbita. “In questo ambito - afferma Aloisio - abbiamo lavorato in stretta collaborazione con Thales Alenia Spazio Italia, sviluppando Digital Twin avanzati, che saranno ingegnerizzati anche per l’uso industriale, a dimostrazione del successo nello sviluppo tecnologico tra accademia ed industria”.
Gli importanti risultati ottenuti dalla collaborazione con soggetti privati dimostrano che uno dei maggiori obiettivi di Astra - la collaborazione costruttiva tra privato e pubblico nell’ambito spaziale - è stato raggiunto.
A completare il quadro sono le innovazioni strutturali concretizzate dal progetto, come l’attività gestita dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) che ha realizzato un significativo upgrade dell’osservatorio di Campo Imperatore, sul Gran Sasso d’Italia, rendendolo idoneo ad effettuare misure nell'infrarosso, essenziali per gli studi di cosmologia, come l'osservazione delle supernove. Questo tipo di lavoro proietta l’infrastruttura di Campo Imperatore nel novero dei principali centri al mondo per questo tipo di studi.
Per quanto riguarda il terzo e ultimo work package, quello dedicato al trasferimento tecnologico e al monitoraggio dell’impatto del progetto stesso, il team di Astra nelle prossime settimane rilascerà i risultati finali di un sondaggio condotto con modalità innovative, di cui vi abbiamo raccontato in un paio di approfondimenti recenti.
Come abbiamo detto più volte in questi anni, Astra si inserisce nell’ecosistema Vitality, finanziato con i fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e classificato tra i migliori ecosistemi dell’innovazione finanziati in Italia. Ma oltre l’eccellenza della ricerca e la documentazione dei risultati ottenuti, c’è un problema strutturale a livello di politiche pubbliche nazionali: la mancanza di continuità.
A evidenziarlo è lo stesso Aloisio: “Il Pnrr è stato fondamentale e ha svolto un ruolo cruciale, promuovendo la creazione di nuove infrastrutture di ricerca. La criticità risiede nel fatto che non è stata pianificata alcuna copertura finanziaria oltre il 2026, soprattutto per il futuro professionale di molti ricercatori e ricercatrici che hanno contribuito in maniera determinante al successo dei progetti”.
A livello nazionale, lo scenario che si profila può mettere a rischio il prosieguo di molti progetti come Astra. La sfida che si pone davanti è garantire le risorse necessarie ad assicurare tutti i vantaggi derivanti dalle collaborazioni strutturali tra pubblico e privato, come nell’esempio di Astra. Farlo significa proteggere percorsi che possono contribuire a migliorare il sistema economico, oltre che il tessuto culturale del Paese.