Herman Lima, dal Brasile all’Abruzzo per sviluppare la ricerca di Astra

"L’apporto umano alle attività di ricerca, anche applicata, rappresenta il vero valore aggiunto". Ripartiamo da queste poche parole, pronunciate dal responsabile scientifico di Astra, Roberto Aloisio, per continuare il nostro viaggio all’interno delle risorse umane del progetto.

Sono parole semplici, dietro le quali tuttavia si celano molte dimensioni: storie di persone e di organizzazioni, grandi collaborazioni internazionali e vita quotidiana nei territori, ma anche le competenze tecniche, le relazioni in un team multidisciplinare e la capacità di creare un equilibrio tra il valore tecnologico e quello umano.

Tra le persone chiamate ad hoc a ricoprire i diversi ruoli in Astra c’è Herman Lima. Di origine brasiliana e formazione in elettronica, il professor Lima fino allo scorso anno lavorava nel suo Paese, con una posizione permanente nel Centro brasiliano di ricerca fisica (CBPF), coordinando un laboratorio dedicato alla progettazione e costruzione di rivelatori di posizione e partecipando a esperimenti per il rilevamento dei neutrini.

A dicembre 2023, Lima ha vinto una borsa di studio come Visiting Scientist nel gruppo della missione spaziale NUSES, presso il Gran Sasso Science Institute (GSSI). Successivamente, lo scorso aprile, ha iniziato la sua collaborazione stabile in Astra, attraverso un contratto Rtda, da ricercatore temporaneo: “Le mie attività si legano allo sviluppo di sistemi elettronici di lettura personalizzati e di acquisizione dati applicati alle missioni spaziali, in particolare alla missione NUSES, ma ho anche compiti accademici, come la supervisione di studenti di dottorato e docenti nel programma di dottorato GSSI”, afferma il ricercatore, originario di Rio de Janeiro.

Lima, come molti altri ricercatori e ricercatrici stranieri che lavorano nel progetto, rappresenta un emblema di uno dei principali obiettivi di Astra: l’interazione tra studiosi e scienziati di diverse parti del mondo, con istituti e partner industriali nell’Italia centrale.

“Credo che Vitality e il suo spoke Astra rappresentino un’opportunità importante per supportare progetti di scienza spaziale basati in Italia - afferma lo scienziato brasiliano - la scienza spaziale è un campo di ricerca costoso e, in quanto tale, senza un solido e stabile supporto finanziario non è possibile progredire in modo efficiente”.

La forte internazionalizzazione permette di permeare vicendevolmente i sistemi e le metodologie locali, attraverso uno scambio continuo. Ma quali sono le principali differenze, in questo campo, tra la ricerca in Brasile e quella nei paesi europei? “Nonostante ci sia un corpo di ricercatori solido e altamente qualificato in Brasile come qui in Italia, penso che la differenza principale sia la quantità di supporto finanziario fornito dalle agenzie governative brasiliane. Non è sufficiente, perché anche a causa delle politiche scientifiche, che cambiano spesso insieme ai governi, si soffre una mancanza di continuità a lungo termine”, evidenzia Lima.

La sua situazione è emblematica per il racconto del team di Astra, anche per motivi extra-scientifici. Si tratta di uno di quei casi, infatti, in cui un ricercatore si trasferisce in Italia, e in particolare all’Aquila (quartier generale del GSSI) insieme alla famiglia, non senza difficoltà: “Trasferirsi in Italia con la famiglia, compresi due bambini, non è un compito facile - ammette - c’è un eccesso di burocrazia nella sfera pubblica. Basti pensare che ci sono voluti più di 6 mesi per stabilizzare la nostra situazione, e manca ancora qualche documento che però dovrebbe arrivare a breve”.

A parte la burocrazia farraginosa, il ricercatore brasiliano sembra trovarsi bene tra le montagne dell’Appennino centrale: “Ma gli italiani, principalmente all'Aquila dove viviamo, così come lo staff del GSSI sono stati molto gentili con noi. Questa è stata un'esperienza piacevole, di sicuro. Per non parlare dell'eccellente cibo e della ricca cultura che troviamo nel paese. Finora il bilancio è abbastanza positivo”.

Rendere migliore il sistema sia professionale che umano e personale intorno a un progetto di ricerca internazionale è fondamentale per la riuscita dello stesso perché, come abbiamo avuto modo di evidenziare più volte, le risorse umane sono quelle più importanti anche per i progetti high-tech.

Permettere a competenze così avanzate di lasciare, seppur temporaneamente, il proprio Paese e raggiungere l’Italia per arricchire il parterre della ricerca in ambito spaziale è, in qualche modo, un obiettivo già raggiunto per “l’ecosistema” di cui fa parte Astra.