Vitality, un ecosistema innovativo a servizio dei territori

Un vero e proprio “ecosistema” per l’innovazione, la digitalizzazione e la sostenibilità, a servizio della ricerca e dell’economia nelle regioni centrali d’Italia. È Vitality, un percorso partito nel 2023 e che vedrà il suo epilogo alla fine del 2025, e che vede la partnership di ben 24 soggetti, tra cui 10 università, 4 enti pubblici e 10 privati. 

 

Si tratta di un progetto ambizioso, uno degli undici “ecosistemi territoriali” finanziato dal Ministero dell'Università e della ricerca (Mur), nell’ambito del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Parliamo di quasi 115 milioni di euro che verranno impiegati allo scopo di rafforzare la cooperazione di soggetti ed enti importanti di tre regioni italiane tra loro confinanti: Abruzzo, Marche e Umbria. 

 

Non è un caso, infatti, che da tempo sono già a lavoro in tal senso gli atenei dell’Aquila (che è anche il soggetto proponente dell’intero ecosistema), Chieti-Pescara, Teramo, e Gran Sasso Science Institute per l’Abruzzo, di Perugia per l’Umbria, del Politecnico delle Marche, di Urbino, Camerino e Macerata per le Marche, oltre che dell’Università del Molise.

 

Insieme a loro figurano altri importanti enti pubblici, come il Consiglio nazionale delle ricerche, l’Istituto nazionale di astrofisica, quello zooprofilattico di Teramo e l’istituto nazionale di riposo e cura per anziani, oltre che diversi altri attori privati importanti per l’economia del nostro Paese. 

 

Due fasi per territori connessi

Si tratta di organizzazioni che operano a vario titolo e in territori diversi, ma che al tempo stesso sono accomunate da caratteristiche socio-economiche, storiche e persino morfologiche. Parliamo infatti di aree appenniniche ma anche della costa adriatica, in ogni caso di zone urbane non metropolitane che tuttavia vivono storicamente del rapporto simbiotico tra università, città e impresa. È così per Perugia come per L’Aquila, senza parlare di Camerino e Urbino (chiamata a lungo “la città campus d’Italia”). O di atenei decentrati sui rispettivi territori, come il Politecnico delle Marche e l’Università del Molise. In queste regioni il tessuto produttivo è sostanzialmente composto da piccole e medie imprese, anche se non in toto. Ci sono infatti anche diverse grandi corporation, di cui alcune sono proprio parte integrante di Vitality. 

 

Gli obiettivi generali di tutta l’operazione si possono dividere in due grandi fasi. Da un lato la ricerca orientata allo sviluppo innovativo del territorio. In questo senso, ci si occupa di molti ambiti, dalle tecnologie digitali, fino all’ingegneria, le scienze psicosociali e quelle mediche, dalle biotecnologie alla fisica fino ovviamente agli ambiti aerospaziali in cui è immerso il progetto Astra. Ci sono poi tutti gli aspetti legati al trasferimento dei risultati di ricerca, a servizio delle aree produttive, sempre all’interno degli ambiti di azione, e sempre naturalmente guidati dai tre concetti-chiave dell’innovazione, la digitalizzazione e la sostenibilità.

 

Ma di cosa parliamo nel concreto? Di dieci “spoke”, ossia di 10 macro-progetti di cui si compone l’ecosistema Vitality. Quattro di questi sono coordinati da università marchigiane, due dall’Università di Perugia (unico ateneo umbro) e quattro da università abruzzesi. Tra queste il Gran Sasso Science Institute (Gssi), capofila di Astra, lo spoke 2 di Vitality.

 

Astra: un’alleanza per la ricerca

Astra è l’acronimo di Advanced Space Technologies and Research Alliance. Oltre al Gssi che lo guida, il progetto può contare sull’affiliazione dell’Università degli Studi di Perugia e dell’Istituto nazionale di Astrofisica (Inaf). Mentre le imprese private che ne fanno parte sono la Fondazione Bruno Kessler e Thales Alenia Space SpA.

 

Il Gssi è l’università più di recente costituzione e più internazionalizzata di tutto l’ecosistema: infatti, oltre il 40% degli studenti e delle studentesse proviene dall’estero. Parliamo di una scuola di specializzazione post-laurea, che offre corsi di dottorato in diverse discipline e rappresenta l’unico ateneo post-laurea nell’Italia meridionale presente nel sistema universitario nazionale. 

 

L’Università di Perugia, ateneo affiliato a Astra, è uno dei più antichi e prestigiosi del Paese e inoltre è l’unico a coordinare due spoke in Vitality (9 e 10). L’Inaf è un ente di ricerca istituito alla fine degli anni Novanta che raggruppa gli osservatori astronomici distribuiti sul territorio italiano. Si occupa insomma dello studio dell’Universo, in stretta sinergia con gli altri enti del settore, come l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn).

 

Accanto a questi enti pubblici, come detto, trovano spazio in Astra anche due soggetti privati. Uno è la Fondazione Bruno Kessler, che ha il suo campo base a Trento e si occupa di ricerca scientifica e tecnologica (con particolare attenzione alla cybersicurezza e all’intelligenza artificiale). La seconda è la Thales Alenia Space SpA, una società multinazionale italo-francese del settore spaziale, specializzata nella produzione di satelliti, sonde e osservatori, e che ha uno dei suoi stabilimenti proprio all’Aquila, uno dei territori coinvolti dall’ecosistema e anzi quello dove nasce l’Università soggetto proponente dell’intero ecosistema Vitality.

 

L’obiettivo principale di Astra è sviluppare tecnologie e dispositivi che possano contribuire a colmare il divario che separa la ricerca “pura” da quella vocata più agli ambiti industriale e commerciale, ovviamente in tema di spazio. Nello specifico le attività di ricerca riguarderanno sia gli aspetti hardware (dalle tecnologie per lo spazio all’osservazione di raggi X) che quelli software (come i gemelli digitali satellitari o le piattaforme software di bordo), con particolare attenzione anche al trasferimento tecnologico e all’impatto del progetto sul territorio e nel tessuto produttivo.

 

Queste tre angolature (hardware, software e impatto) rappresentano anche i tre work packages di cui è composto il progetto. Nei prossimi articoli lo racconteremo, con l’obiettivo di restituire pubblicamente la rilevanza, la progettualità e i risultati di Astra.